Fino a pochi decenni fa, il senso comune associava istintivamente l’attività del pubblicare al lavoro di figure professionali quali ad esempio scrittori, giornalisti, redattori ed editori. Tale legame era riconfermato dagli sforzi di chi professionista non era: pubblicare la propria opera conferiva – e tuttora conferisce – un certo prestigio, talvolta in grado di emancipare dallo status di dilettante. Una volta stampato, anche il libro più scadente esprime una qualche autorevolezza. Il termine “pubblicare” era quindi strettamente connesso al settore dell’editoria e legato alla produzione per mezzo della stampa. Una cosa è certa: all’epoca solo una ristretta minoranza della popolazione aveva la possibilità di pubblicare.
Tuttavia a partire dagli anni Ottanta, con la diffusione dei personal computer e, in seguito, con l’utilizzo sempre più radicato di internet, il termine “pubblicare” ha acquistato un respiro più ampio. Se il desktop publishing ha fatto della tipografia un’attività ordinaria (chi non ha mai sentito nominare il Times New Roman?), la rete ha prodotto un nuovo ambiente in cui il pubblicare è potenzialmente accessibile a tutti.
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Il presente testo è tratto dall’articolo ‘Cosa parliamo quando parliamo di pubblicare.’ e da ‘Atti Pubblici Rassegna non definitiva di tipologie contemporanee di pubblicazione’ scritto con Silvia Sfligiotti (pubblicati su Progetto Grafico 28, pp. 8-27, Autunno 2015. Milano: Aiap Edizioni).
Graphic designer, docente e critica della comunicazione visiva. Accanto al suo lavoro di design con Alizarina, pubblica regolarmente articoli, insegna e tiene lecture in conferenze internazionali, e presso università e scuole di design italiane.
È co-autrice di quattro libri sulla comunicazione visiva e la tipografia, ha curato quattro mostre di design ed è condirettrice della rivista «Progetto Grafico». Nel 2008 è stata coordinatrice scientifica della conferenza e della mostra Multiverso, durante la Icograda Design Week Torino 2008. Dal 2008 rappresenta l’Italia nella giuria degli European Design Awards.
Attualmente è docente all’ISIA di Urbino e alla Scuola Politecnica di Design di Milano, dove è consulente per il Master in Visual design e curatrice dei Design Talks.
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