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MARIA LORETA PAGNANI
ELP DESIGN
La paura rimane ogni volta che piove
cm 24,5 x31
Stampa litografica nero e pantone cool gray 4 su carta X-per Fedrigoni 140gr
Copertina carta Sirio Color/E pietra, Cartonata con brossura a vista
Stampa Tecnostampa, Pigini group printing division, Loreto
DESCRIZIONE
Questo progetto nasce dal fango.
Il 3 maggio 2014 il fiume Misa è esondato rompendo gli argini, parte della città di Senigallia è stata sommersa, provocando ingenti danni. Come poter aiutare?
Documentando, da un altro punto di vista.
Ascoltare le persone per poi restituire una memoria storica collettiva, mantenendo vivida l’esperienza di ognuno di loro.
Le emozioni, le sensazioni, i loro racconti. L’acqua. Il fango.
La sua consistenza, il suo odore. Le loro paure. Immergersi.
Gli eventi li hanno cambiati.
Affiorano serenità, vicinanza, speranza.
Nell’ascoltarli, guardarli in un ambiente neutro, l’attenzione va all’intensità dello sguardo.
L’invisibile e visibile. L’anonimato delle persone, i testi che accompagnano senza invadere, l’assenza della numerazione, le pagine bianche, quasi vuote, sono scelte progettuali che evocano un senso di spaesamento e immergono il lettore nel loro vissuto. In un dialogo collettivo che suscita emozioni.
Un libro nato dalla comunità e donato alla comunità.
Nel libro viene raccontata l’alluvione con uno sguardo inedito, le persone sono fotografate lontano dalla quotidianità e dal fango di cui sono stati sommersi, in un racconto corale che mostra una comunità unita e solidale, capace di risollevarsi e di mostrare dignità anche in momenti così drammatici, vissuti sia singolarmente ma anche come collettività.
Progetto realizzato insieme al fotografo Paolo Monina, in Collaborazione con l’Associazione Culturale Gent’d’S’nigaja e il Patrocinio del Comune di Senigallia.
Dal libro
Ho perso tutto in soli trenta minuti.
In quei momenti non sai cosa fare.
Non t’immagini che tutta quell’acqua ti travolga.
Non ho salvato niente, perché l’acqua ha toccato i due metri e mezzo.
Abbiamo visto i mobili che cadevano e i divani che galleggiavano per casa.
Il problema era il mattino e la sera, quando tutti andavano via e rimanevi da solo.
Non riuscivi a credere che fosse successo davvero.
Chiusa la finestra, hai comunque l’impressione che gli altri non abbiano più nessun problema, mentre tu sei ancora devastato.
Stranamente nei giorni successivi mi sono sentita serena, perché c’era qualcosa che ci univa.
Era come se si fosse tornati al passato, quando si tenevano le porte aperte tra vicini e si cenava insieme. Ed è una cosa che mi è piaciuta molto.